Locanda Mariella

I murales, sulle pareti di una casa in Appennino, sono un segno tangibile di vita. Se poi quei murales parlano del vino diventano anche linguaggio condiviso. Non potevano fare di meglio Mariella e Guido per dare un nuovo senso alla loro locanda ad Albareto. Lo hanno fatto grazie ad una delle tante amicizie che si creano inevitabilmente ai loro tavoli: “Grazie ad un amico, Marco Scotti siamo entrati in contatto con Giorgio Demitri, vulcanico scopritore di talenti e vero mecenate degli stessi oltre che amante di vino e buona tavola. E poi, grazie a lui, ecco da noi Paolo Zero T, grande artista, divenuto amico vero ed artefice del Murales” raccontano Mariella e Guido.
Si vive così la sosta alla Locanda Mariella, come si è sempre vissuta, fin dai tempi in cui qui arrivavano i villeggianti, poi con gli abitanti che frequentavano l’osteria, ora con le persone che vogliono venire qui, perché bisogna volerlo, non ci si viene per puro caso. Quei pochi che lo fanno la prima volta tornano sempre, come falene verso la luce.
Qui c’è rispetto, musica, bravura, essenzialità. Ed è proprio l’essenzialità, nel menu degustazione che devi preordinare per evitare sprechi, nei pochi vini che vengono raccontati da Guido, nonostante una cantina che contiene veri e propri tesori, la scelta che hanno fatto Mariella e Guido dopo il Covid; una svolta, come raccontano, “per essere un luogo di approdo dove ascoltare e raccontare storie e esperienze, dove ci si confronta, si mangia e si beve, ci si arricchisce conoscendo prodotti agricoli, vignaioli e magari, in serate particolari e dedicate, scrittori e musicisti, artisti e poeti”.